Io non sono una vera fumatrice. Non tengo un pacchetto di sigarette nella borsa e molto spesso non ho nemmeno l'accendino. Sono proprio un disastro.
Ma dopo tre giorni senza fumare, chiusa in casa per più di 24 ore, davanti a una fotografia del mio ex... Ecco, non posso resistere al richiamo della nicotina. L'unico problema è, per l'appunto, che non ho un pacchetto ed è domenica sera, il che vuol dire che sono chiusi tutti i tabaccai nel raggio di chilometri (ad eccezione di quello in cui lavora il mio ex, of course!).
Pensare di usare il distributore automatico, da queste parti, vuol dire - come direbbe Google - che vi sentite davvero fortunati.
C'è solo una soluzione: trovare qualcuno a cui chiederla.
Scrivo a tutti i numeri della mia rubrica, ma la risposta è sempre inesorabilmente la stessa, "mi dispiace, ma domani devo alzarmi presto, perciò ora vado a letto".
Inizio a farmi prendere dalla disperazione e oramai sono tentata di fumarmi le gambe delle sedie per placare i nervi, quand'ecco...
Lui. Un povero sconosciuto, mai visto prima. Amico di un amico, mi ha aggiunta su facebook per pura curiosità.
Gli apro una chat con fare da cocainomane in crisi di astinenza.
Ciao! Hai una sigaretta? Eh? Ce l'hai? Ti prego, dimmi di sì! Dove abiti? A 20km di distanza? C'è un unico treno che passa tra 7 minuti e quello per tornare è 20 minuti dopo? Beh, perfetto! Allora arrivo da te al volo!
Fossi stata in lui, non avrei mai accettato di vedere una pazza psicopatica in simili circostanze. Ma d'altronde non gli ho nemmeno lasciato il tempo per ribattere.
Sapevo che non avrei mai potuto farcela fino al treno contando solo sulle mie gambe, perciò ho trascinato mio padre recalcitrante fino alla macchina, in pigiama, per farmi accompagnare in stazione.
Una volta giunta a destinazione, ho assalito il poveretto, finendo in un solo tiro le sue ultime due sigarette (sì, tutt'e due insieme, probabilmente), dopo di che l'ho costretto a girare con me per tutta la città in cerca di un distributore funzionante.
Distributore n°1: La macchinetta lampeggia, emettendo suoni futuristici assai poco promettenti. Proseguo impavida e inserisco la tessera sanitaria. La macchinetta smette di lampeggiare e di emettere suoni futuristici... E non ritorna mai più.
Distributore n°2: Questa macchinetta sembra molto più sobria. Non lampeggia e se ne sta zitta e buona al suo posto. Inserisco la tessera sanitaria. Per tutta risposta, sputa la scritta "Prego, inserire tessera". Estraggo la tessera ed essa protesta nuovamente "Prego, inserire tessera". Provo a rimetterla dentro dall'altro lato. "Prego, inserire tessera". Picchio la macchinetta in presa alla furia. "Prego, inserire tessera". Me ne vado scalciando.
"Prego, inserire tessera".
Distributore n°3: Inserisco la tessera che, miracolosamente, viene riconosciuta subito, immetto dunque i soldi, seleziono le sigarette e mi godo stupefatta lo spettacolo delle sigarette che cadono come pioggia insieme al resto dei soldi. Lui, il poveretto che mi ha accompagnata, si avvicina a sua volta e prova a fare altrettanto, ma questa macchinetta non riconosce la sua tessera. Gli passo dunque la mia, che chissà come mai funziona perfettamente.
Facciamo per allontanarci quando veniamo raggiunti da una signora in bicicletta, col fiatone.
Scusate, ragazzi, ma la mia tessera non funziona. Ho provato in tutti i distributori qua intorno e proprio non va. Mi prestereste la vostra?
Non posso fare a meno di provare un moto di compassione e introduco nuovamente la benedetta tessera. "Tessera non valida". Per cinque volte. Lui prova con la sua, che questa volta invece è riconosciuta. La signora ci ringrazia animatamente, paga con una banconota da 10 euro, vede spuntare le sigarette... E osserva il suo resto risucchiato nel vortice oscuro dei distributori.
Io e lui scappiamo prima che il distributore possa combinare altri danni.
Fumo l'ultima sigaretta, salgo sul treno e torno a casa soddisfatta.
lunedì 30 gennaio 2012
domenica 29 gennaio 2012
Fetish
Dialoghi con il mio migliore amico, meglio noto come Figlio (non chiedetemi perché).
- Sei grassa.
- Vedi, caro, ci sono cose che, anche se le pensi, sarebbe meglio non dirle ad una ragazza perché rischi di morire prima di essere riuscito a finire la frase.
- Era un complimento! A me piace la tua ciccia. Mi eccita vedere tutto quel grasso che fuoriesce da tutte le parti. Io amo le tue maniglie dell'amore e tutta quella morbidezza.
- Ma... Io non sono grassa.
- Come dici tu, ora lasciami palpare i rotolini.
Come far crollare l'autostima di una donna...
- Sei grassa.
- Vedi, caro, ci sono cose che, anche se le pensi, sarebbe meglio non dirle ad una ragazza perché rischi di morire prima di essere riuscito a finire la frase.
- Era un complimento! A me piace la tua ciccia. Mi eccita vedere tutto quel grasso che fuoriesce da tutte le parti. Io amo le tue maniglie dell'amore e tutta quella morbidezza.
- Ma... Io non sono grassa.
- Come dici tu, ora lasciami palpare i rotolini.
Come far crollare l'autostima di una donna...
venerdì 27 gennaio 2012
A posto
Su msn con un ex trombamico:
- Per quanto mi riguarda, ti metterei nella seconda categoria, quindi sei a posto.
- Eh? Che cosa vuol dire?
- Vedi, le donne sono divise in quattro categorie: quelle perfette, quelle che ti scoperesti volentieri, quelle con cui lo faresti solo nei tempi di magra e quelle con cui non andresti neanche se ti pagano.
- Ah.
- Per quanto mi riguarda, ti metterei nella seconda categoria, quindi sei a posto.
- Eh? Che cosa vuol dire?
- Vedi, le donne sono divise in quattro categorie: quelle perfette, quelle che ti scoperesti volentieri, quelle con cui lo faresti solo nei tempi di magra e quelle con cui non andresti neanche se ti pagano.
- Ah.
mercoledì 25 gennaio 2012
La regola dell'amico
Usciamo io e il Cinico da soli.
Entriamo in un locale affollato e ci tuffiamo subito in mezzo alla pista con un bicchiere in mano.
Mi chiedo che aspetto avessimo, visti da fuori, perché un gruppo di uomini allupati mi circonda, offrendomi vari cocktail colorati che profumano di fragola; mentre una biondina lo tira per la cravatta e cerca di sedurlo. Ce ne infischiamo altamente di ogni tentativo di corruzione esterno e torniamo a volteggiare insieme a ritmo di danza kuduro (come siamo dèmodè).
Molte canzoni e qualche drink più tardi, usciamo dal locale abbracciati e facciamo ritorno alla macchina.
Mi chiede di trovare un posto appartato dove poter parlare perché ha delle cose da dirmi e, senza aspettare la mia risposta, monta in macchina, avvia il motore e punta dritto verso le campagne (avete presenti le campagne del Trentino? Sono un intricato labirinto di vigneti, che consente ai giovani da generazioni la possibilità di appartarsi con un minimo rischio di essere scoperti).
Spegne la macchina in un punto talmente nascosto che a me le sue intenzioni sembrano più che evidenti, per cui cerco di assumere (a fatica, date le dimensioni ridotte della macchina) una posa da femme fatale e di fare uno sguardo ammaliante, anche se nel buio della notte non so quanto riesca ad apprezzare i miei sforzi. Attacca a parlare di una conversazione rimasta in sospeso qualche giorno prima, poi di temi di grande spessore culturale e infine anche di gossip cittadino.
Io inizio a spazientirmi. Controllo l'orologio. E' già passata più di un'ora da quando siamo arrivati in quel posto. Non ne posso più e decido di passare all'azione.
Senza preavviso, gli salto addosso.
La sua prima reazione è stata di vago stupore, poi si è rilassato e si è lasciato coinvolgere.
Dopo una decina di minuti mi ha allontanato da sé. Ero confusa, non capivo cosa intendesse fare... Finché non è scoppiato a ridere.
Il mio orgoglio ne ha sofferto moltissimo (soffre tuttora).
Accortosi del mio stato d'animo mi ha chiesto scusa dicendo:
... Mi sembra quasi di vederlo, Max Pezzali, stravaccato sul sedile posteriore. Ce la vedo, la sua faccia sghignazzante, mentre inizia a cantare...
Entriamo in un locale affollato e ci tuffiamo subito in mezzo alla pista con un bicchiere in mano.
Mi chiedo che aspetto avessimo, visti da fuori, perché un gruppo di uomini allupati mi circonda, offrendomi vari cocktail colorati che profumano di fragola; mentre una biondina lo tira per la cravatta e cerca di sedurlo. Ce ne infischiamo altamente di ogni tentativo di corruzione esterno e torniamo a volteggiare insieme a ritmo di danza kuduro (come siamo dèmodè).
Molte canzoni e qualche drink più tardi, usciamo dal locale abbracciati e facciamo ritorno alla macchina.
Mi chiede di trovare un posto appartato dove poter parlare perché ha delle cose da dirmi e, senza aspettare la mia risposta, monta in macchina, avvia il motore e punta dritto verso le campagne (avete presenti le campagne del Trentino? Sono un intricato labirinto di vigneti, che consente ai giovani da generazioni la possibilità di appartarsi con un minimo rischio di essere scoperti).
Spegne la macchina in un punto talmente nascosto che a me le sue intenzioni sembrano più che evidenti, per cui cerco di assumere (a fatica, date le dimensioni ridotte della macchina) una posa da femme fatale e di fare uno sguardo ammaliante, anche se nel buio della notte non so quanto riesca ad apprezzare i miei sforzi. Attacca a parlare di una conversazione rimasta in sospeso qualche giorno prima, poi di temi di grande spessore culturale e infine anche di gossip cittadino.
Io inizio a spazientirmi. Controllo l'orologio. E' già passata più di un'ora da quando siamo arrivati in quel posto. Non ne posso più e decido di passare all'azione.
Senza preavviso, gli salto addosso.
La sua prima reazione è stata di vago stupore, poi si è rilassato e si è lasciato coinvolgere.
Dopo una decina di minuti mi ha allontanato da sé. Ero confusa, non capivo cosa intendesse fare... Finché non è scoppiato a ridere.
Il mio orgoglio ne ha sofferto moltissimo (soffre tuttora).
Accortosi del mio stato d'animo mi ha chiesto scusa dicendo:
Mi dispiace, stella, ma proprio non ce la faccio. Siamo troppo amici, mi sembra di baciare mia sorella!
... Mi sembra quasi di vederlo, Max Pezzali, stravaccato sul sedile posteriore. Ce la vedo, la sua faccia sghignazzante, mentre inizia a cantare...
Categories
Cinico,
Friends,
Viva la noche
lunedì 23 gennaio 2012
Incubi floreali
Io non amo i fiori. Da piccola mia mamma mi proibiva di tenerli in casa perché diceva che profumano di cimitero e che le ricordano i morti.
Credo che mi abbia creato un trauma, per cui ricevere dei fiori mi mette in imbarazzo e non so mai come reagire.
Sono convinta che il mio karma sia un diavoletto burlone che si diverte a mettermi in difficoltà, altrimenti proprio non mi spiego come sia stato possibile che abbia ricevuto tre rose nel giro di una settimana, da tre persone diverse.
Scena 1
Ci siamo io e un mio amico di vecchia data seduti al bar dinnanzi a un aperitivo. Lui lo sa benissimo che non mi piacciono i fiori, e men che meno le rose.
Entra il classico tipo indiano che vende le rose e punta dritto su di noi: tu prende fiore per bellissima ragazza?
Il mio simpaticissimo (ormai ex) amico scoppia a ridere e gli chiede quale bellissima ragazza, perché non ne vede nessuna.
Ne consegue un dibattito sulle mie più o meno apprezzabili qualità fisiche.
Per chiudere la questione, il mio amico offre una birra all'uomo-rosa, che per compensare gli regala una rosa con cui mi vedo costretta a fare ritorno a casa.
Scena 2
E' domenica sera.
Normalmente a Trento non c'è molta vita notturna (gli universitari si danno all'alcolismo nascondendosi nei vicoli bui perché non c'è nient'altro da fare)... Ma la domenica è anche peggio del solito. Nemmeno nei vicoli bui potete trovare degli esseri viventi. Persino i piccioni sembrano trasferirsi altrove.
In questa desolazione, accetto di uscire con un conoscente remoto (amico di un amico di un ex compagno di classe, o qualcosa del genere).
Credo che imbarazzo renda bene l'idea della serata.
Cominciamo col dire che io odio il romanticismo affettato, le frasi da bacio perugina, ecc.
Lui sembra una mitragliatrice di smancerie e quando credo di non riuscire proprio a sopportare un'altra dose di miele lui conclude con: i tuoi occhi sono due stelle che illuminano la mia strada.
Non sono più riuscita a trattenermi dal ridere, per cui dissimulando come meglio potevo con una finta tosse sono corsa a rintanarmi in bagno per riprendermi.
Quando finalmente sono riuscita a smettere di ridere e quindi a uscire dal bagno, lui era in piene trattative con l'uomo delle rose.
Con sommo entusiasmo ha proclamato: guarda cosa ti ho preso! Una bellissima rosa, anche se non potrà mai essere bella quanto te.
A questo punto, ogni tentativo di trattenermi dal ridere è stato inutile.
Scena 3
Lui è bello e impossibile. Talmente bello che nessuno può resistergli: donne, uomini, animali. Cascano tutti ai suoi piedi come mosche... E l'uomo delle rose non fa eccezione.
Si avvicina al nostro tavolo e tenta di vendergli la rosa con i soliti stratagemmi. Il bello tira dunque fuori il portafoglio e gli fa vedere che è povero in canna.
Con una mossa del tutto inaspettata, l'omuncolo mette la rosa in mano al mio accompagnatore, si avvicina al suo orecchio, gli sussura "per te è gratis" e gli lecca la guancia, prima di sparire tra la folla del locale.
Credo che mi abbia creato un trauma, per cui ricevere dei fiori mi mette in imbarazzo e non so mai come reagire.
Sono convinta che il mio karma sia un diavoletto burlone che si diverte a mettermi in difficoltà, altrimenti proprio non mi spiego come sia stato possibile che abbia ricevuto tre rose nel giro di una settimana, da tre persone diverse.
Scena 1
Ci siamo io e un mio amico di vecchia data seduti al bar dinnanzi a un aperitivo. Lui lo sa benissimo che non mi piacciono i fiori, e men che meno le rose.
Entra il classico tipo indiano che vende le rose e punta dritto su di noi: tu prende fiore per bellissima ragazza?
Il mio simpaticissimo (ormai ex) amico scoppia a ridere e gli chiede quale bellissima ragazza, perché non ne vede nessuna.
Ne consegue un dibattito sulle mie più o meno apprezzabili qualità fisiche.
Per chiudere la questione, il mio amico offre una birra all'uomo-rosa, che per compensare gli regala una rosa con cui mi vedo costretta a fare ritorno a casa.
Scena 2
E' domenica sera.
Normalmente a Trento non c'è molta vita notturna (gli universitari si danno all'alcolismo nascondendosi nei vicoli bui perché non c'è nient'altro da fare)... Ma la domenica è anche peggio del solito. Nemmeno nei vicoli bui potete trovare degli esseri viventi. Persino i piccioni sembrano trasferirsi altrove.
In questa desolazione, accetto di uscire con un conoscente remoto (amico di un amico di un ex compagno di classe, o qualcosa del genere).
Credo che imbarazzo renda bene l'idea della serata.
Cominciamo col dire che io odio il romanticismo affettato, le frasi da bacio perugina, ecc.
Lui sembra una mitragliatrice di smancerie e quando credo di non riuscire proprio a sopportare un'altra dose di miele lui conclude con: i tuoi occhi sono due stelle che illuminano la mia strada.
Non sono più riuscita a trattenermi dal ridere, per cui dissimulando come meglio potevo con una finta tosse sono corsa a rintanarmi in bagno per riprendermi.
Quando finalmente sono riuscita a smettere di ridere e quindi a uscire dal bagno, lui era in piene trattative con l'uomo delle rose.
Con sommo entusiasmo ha proclamato: guarda cosa ti ho preso! Una bellissima rosa, anche se non potrà mai essere bella quanto te.
A questo punto, ogni tentativo di trattenermi dal ridere è stato inutile.
Scena 3
Lui è bello e impossibile. Talmente bello che nessuno può resistergli: donne, uomini, animali. Cascano tutti ai suoi piedi come mosche... E l'uomo delle rose non fa eccezione.
Si avvicina al nostro tavolo e tenta di vendergli la rosa con i soliti stratagemmi. Il bello tira dunque fuori il portafoglio e gli fa vedere che è povero in canna.
Con una mossa del tutto inaspettata, l'omuncolo mette la rosa in mano al mio accompagnatore, si avvicina al suo orecchio, gli sussura "per te è gratis" e gli lecca la guancia, prima di sparire tra la folla del locale.
Categories
Appuntamenti,
Friends,
Viva la noche
domenica 22 gennaio 2012
Odi et amo
- Tornare casa alle tre e cercare di fare piano per non svegliare i miei genitori.
- Tornare a casa alle tre, ubriaca, cercando di fare piano per non svegliare i miei genitori... E scoprire la mattina dopo di aver svegliato non solo loro, ma tutto il vicinato.
- Accorgermi di avere tantissima fame e ingurgitare barattoli interi di fagiolini borlotti.
- Ripensare alla serata... E sentire ancora il suo sapore sulle labbra.
- Trovare - cosa rara di questi tempi - un uomo che bacia davvero bene e crogiolarmi nelle sensazioni che mi trasmette.
Io odio...
- Sapere che domani i miei genitori mi chiederanno con fare cospiratorio a che ora sono rientrata e se per caso fossi ubriaca, dato che ho fatto cadere un tavolo, un quadro appeso al muro, cinque giacche e un appendiabiti... E naturalmente io negherò anche di fronte all'evidenza e dirò che mi girava un po' la testa a causa del mal d'auto e che gli altri rumori non li ho fatti io, probabilmente erano i vicini.
- Ricordarmi all'improvviso di essere a dieta e pensare "Non ho mangiato per tutto il giorno... E poi rovino tutto per un cavolo di barattolo di fagiolini?! Non potevo trovare almeno qualcosa di più decente da mangiare?"
- Cercare di fare mente locale e non ricordare altro di lui che il sapore delle sue labbra.
- Trovare - cosa rara di questi tempi - un uomo che bacia davvero bene... E non riuscire a ricordare il suo nome.
Categories
Toy boy,
Viva la noche
venerdì 20 gennaio 2012
No matter what they say...
I Fighi sono complicati. Non sono il genere di persona con cui fai conoscenza una sera in un bar e il giorno dopo sono diventati i tuoi migliori amici. No, con loro bisogna sudare sette camicie per entrare nel loro piccolo mondo.
Io non so perché ho avuto questo onore.
Era un martedì quando ci siamo visti la prima volta. Li conoscevo per via traverse e, in preda alla noia assoluta, avevo accettato un loro invito a prendere un caffè.
Quella sera stessa ero già a dormire a casa di uno di loro (lo so cosa state pensando, porcellini, ma era una cosa del tutto innocente) e sono rimasta lì per il resto della settimana.
E' stato proprio amore al primo incontro.
E' successo tutto talmente in fretta che ammetto di essere rimasta un po' sconcertata, per cui una parte di me continuava a chiedersi perché fossi stata adottata subito come una di loro, finché un giorno...
Qualcuno aveva insinuato che girassero con me solo nella speranza di potarmi a letto, e mentirei se vi dicessi che non l'ho mai pensato.
Un grosso pregio/difetto del Cinico è che non gli si può nascondere nulla. Aveva capito subito che nascondevo qualcosa e sono anche quasi certa che avesse intuito esattamente qual era la situazione.
Qualche giorno dopo avevamo incontrato ad una festa l'individuo che mi aveva messo la pulce nell'orecchio. Aveva provato ad abbordarmi e, dopo aver realizzato che non c'era trippa per gatti, aveva fatto un commento maligno insinuando che non ci stavo con lui perché ero proprietà esclusiva dei Fighi.
Purtroppo per lui, il Cinico l'ha sentito.
Non dimenticherò mai quella scena.
Dall'alto del suo metro e novanta gli aveva detto:
Non sono tipi convenzionali, non sono facili da capire e a volte sono proprio insopportabili. Eppure, nonostante tutto, a me piacciono così come sono.
Io non so perché ho avuto questo onore.
Era un martedì quando ci siamo visti la prima volta. Li conoscevo per via traverse e, in preda alla noia assoluta, avevo accettato un loro invito a prendere un caffè.
Quella sera stessa ero già a dormire a casa di uno di loro (lo so cosa state pensando, porcellini, ma era una cosa del tutto innocente) e sono rimasta lì per il resto della settimana.
E' stato proprio amore al primo incontro.
E' successo tutto talmente in fretta che ammetto di essere rimasta un po' sconcertata, per cui una parte di me continuava a chiedersi perché fossi stata adottata subito come una di loro, finché un giorno...
Qualcuno aveva insinuato che girassero con me solo nella speranza di potarmi a letto, e mentirei se vi dicessi che non l'ho mai pensato.
Un grosso pregio/difetto del Cinico è che non gli si può nascondere nulla. Aveva capito subito che nascondevo qualcosa e sono anche quasi certa che avesse intuito esattamente qual era la situazione.
Qualche giorno dopo avevamo incontrato ad una festa l'individuo che mi aveva messo la pulce nell'orecchio. Aveva provato ad abbordarmi e, dopo aver realizzato che non c'era trippa per gatti, aveva fatto un commento maligno insinuando che non ci stavo con lui perché ero proprietà esclusiva dei Fighi.
Purtroppo per lui, il Cinico l'ha sentito.
Non dimenticherò mai quella scena.
Dall'alto del suo metro e novanta gli aveva detto:
Tu sei solo uno stupido che non ha capito niente. Ti piace per le sue belle tette e credi che sia lo stesso anche per noi? Non solo ti sbagli, ma ti stai pure perdendo il meglio che ha da offrire: la sua simpatia, la sua intelligenza. - Poi si era voltato verso di me e aveva continuato. - Stella, a me piaci perché sei dolcissima. Mi piace l'aria materna che hai mentre ti agiti in cucina per preparare il pranzo, pur sapendo benissimo che ci andrebbe bene anche un panino. Mi piacciono le battute demenziali che fai quando sei ubriaca. Mi piace la faccia da scema che fai quando balli e sei persa nel tuo mondo. A noi piaci così come sei e da te vogliamo solo questo, la tua amicizia.
Sì, le sue parole all'epoca mi avevano molto colpita... Ma mi ha colpita ancora di più scoprire giorno dopo giorno nel corso degli ultimi mesi che lo pensa davvero.
Non sono tipi convenzionali, non sono facili da capire e a volte sono proprio insopportabili. Eppure, nonostante tutto, a me piacciono così come sono.
giovedì 19 gennaio 2012
Amori impossibili
Lui: Tu mi piaci.
Io: Mi fa piacere, però io... Cioè... Vedi...
Lui: Mi piaci sul serio. Lo so che ci siamo visti solo mezz'ora fa, ma se potessi uscirei di nuovo con te anche subito. Voglio frequentarti, conoscerti meglio.
Il mio imbarazzo inizia a diventare palpabile e, per trarmi d'impiccio, provo a citare un pezzo di una delle mie canzoni preferite.
Io: Conosci i Baustelle? La moda del lento? Ecco... "Sono un periodo strano. Fumo, bevo troppo e non mi va l'innamoramento umano".
Insomma, sto uscendo da poco da una storia. Mi fa piacere se ci vediamo ogni tanto, ma non credo che sia una buona idea quella di frequentarci, di conoscerci meglio.
Lui prova dapprima a convincermi che mi sto sbagliando e che potrei concedergli almeno il beneficio del dubbio. Poi diventa via via più stizzito, prima di dire la frase più incredibile, geniale, allucinante, eccezionale, supercalifragilistichespiralidosa che mi sia mai capitato di sentire.
Lui: Tanto io non potrei innamorarmi di te, perché... Sono innamorato della montagna.
Io: Mi fa piacere, però io... Cioè... Vedi...
Lui: Mi piaci sul serio. Lo so che ci siamo visti solo mezz'ora fa, ma se potessi uscirei di nuovo con te anche subito. Voglio frequentarti, conoscerti meglio.
Il mio imbarazzo inizia a diventare palpabile e, per trarmi d'impiccio, provo a citare un pezzo di una delle mie canzoni preferite.
Io: Conosci i Baustelle? La moda del lento? Ecco... "Sono un periodo strano. Fumo, bevo troppo e non mi va l'innamoramento umano".
Insomma, sto uscendo da poco da una storia. Mi fa piacere se ci vediamo ogni tanto, ma non credo che sia una buona idea quella di frequentarci, di conoscerci meglio.
Lui prova dapprima a convincermi che mi sto sbagliando e che potrei concedergli almeno il beneficio del dubbio. Poi diventa via via più stizzito, prima di dire la frase più incredibile, geniale, allucinante, eccezionale, supercalifragilistichespiralidosa che mi sia mai capitato di sentire.
Lui: Tanto io non potrei innamorarmi di te, perché... Sono innamorato della montagna.
Categories
Toy boy
mercoledì 18 gennaio 2012
Tanto amore
- Ma ciao, stellina!
- Amore mio, sei arrivato.
- Come stai, tesoro?
- Piccola, mi passi lo zucchero, per piacere?
- Che cosa facciamo questa sera, tenero cuoricino mio?
A qualcuno verrebbe il diabete, sentendoci parlare tra di noi.
Altri potrebbero pensare che queste manifestazioni d'affetto, oltre che melense, siano pure un po' démodé.
I più ingenui crederanno senz'altro che ci vogliamo tanto bene - il che potrebbe anche essere vero, ma non è questo il motivo di tutte quelle smancerie.
No, la triste verità è che il motivo per cui ci chiamiamo sempre tra di noi utilizzando amorevoli vezzeggiativi è per la forza dell'abitudine. Lo facciamo con tutti.
Non è tenerezza, ma una forma di sopravvivenza.
Se non ci credete, provate a chiamare Luca il vostro partner che potrebbe benissimo essere appena scappato dalla mafia russa, prima di correggervi balbettando "Ehmmm... I-Igor?".
Se non sorride, fareste meglio a iniziare a correre.
Dopo una serie di episodi del genere, vista la mia scarsissima memoria con i nomi, le opzioni erano due: fare un voto di castità... Oppure soprannominare tutti Pasticcino.
- Amore mio, sei arrivato.
- Come stai, tesoro?
- Piccola, mi passi lo zucchero, per piacere?
- Che cosa facciamo questa sera, tenero cuoricino mio?
A qualcuno verrebbe il diabete, sentendoci parlare tra di noi.
Altri potrebbero pensare che queste manifestazioni d'affetto, oltre che melense, siano pure un po' démodé.
I più ingenui crederanno senz'altro che ci vogliamo tanto bene - il che potrebbe anche essere vero, ma non è questo il motivo di tutte quelle smancerie.
No, la triste verità è che il motivo per cui ci chiamiamo sempre tra di noi utilizzando amorevoli vezzeggiativi è per la forza dell'abitudine. Lo facciamo con tutti.
Non è tenerezza, ma una forma di sopravvivenza.
Se non ci credete, provate a chiamare Luca il vostro partner che potrebbe benissimo essere appena scappato dalla mafia russa, prima di correggervi balbettando "Ehmmm... I-Igor?".
Se non sorride, fareste meglio a iniziare a correre.
Dopo una serie di episodi del genere, vista la mia scarsissima memoria con i nomi, le opzioni erano due: fare un voto di castità... Oppure soprannominare tutti Pasticcino.
Categories
Regole di vita
lunedì 16 gennaio 2012
Il puma
Il puma è uno dei Fighi. Per la verità, è lui che ha dato origine al loro nome.
Non che sia particolarmente bello, anche se non posso negare che è carino. Se volete farvene un'idea, posso dirvi che sembra in tutto e per tutto John Travolta da giovane, anche come modo di vestire. Mia madre la prima volta che lo vide mi disse "Carino il tuo amico. Sembra uscito da Febbre di sabato sera".
Beh, come darle torto.
Ad ogni modo, vi dicevo, è lui che ha dato origine al loro nome, qualche mese fa, quando durante una conversazione mi disse che dovevo ritenermi fortunata ad essere stata notata da un uomo figo e ninfomane (eh?) come lui.
Devo ancora finire di ridere per quella frase e credo che riassuma benissimo la sua persona.
Ama le donne. Non tutte le donne, per la precisione, solo quelle alte, bionde e con un fisico da modella (motivo per cui devo ancora capire cosa ci trovi in me, che sono l'esatto opposto). Le ama talmente tanto da volerne una diversa ogni sera.
Con altrettanta passione ama pure i gatti, che io invece detesto. Un giorno, mentre stava iniziando uno dei suoi interminabili discorsi sulla superiorità della razza felina gli dissi che mi dispiaceva deluderlo, ma che a me proprio non piacciono. Lui si limitò a soffiare come un gatto e a dirmi "Diffido sempre di chi non ama i gatti. Tutti li amano", prima di proseguire il discorso da dove l'aveva interrotto.
La cosa veramente sconcertante di lui, ad ogni modo, è il suo rapporto con me. Come dicevo prima, io non rientro affatto nei suoi canoni di bellezza (e scopabilità), per cui si è creata un'amicizia serenissima, senza turbe sessuali... O almeno, era così. Poi, di punto in bianco, gli è partito l'ormone.
Abbiamo iniziato a frequentarci in maniera blanda e a me non dispiaceva poi così tanto, perché nonostante la sua apparente superficialità è una persona gradevole con cui parlare (e non solo).
Poi un giorno ha iniziato a dirmi che non aveva più frequentato nessun'altra da quando aveva iniziato a uscire con me e devo ammettere che la cosa mi ha un po' sconvolta perché, come scoprirete presto, la monogamia non rientra tra le mie qualità.
Il giorno seguente mi ha telefonato per dirmi che gli stavo troppo addosso e che preferiva non vedermi più (What the fuck?!).
Il giorno dopo ancora mi ha invitata a casa sua e mi ha pregato di uscire solo con lui.
Quello successivo mi ha piantato una scenata perché avevo inviato dei bacetti su facebook ai miei amici.
La settimana seguente ha deciso che dovevamo smettere di vederci perché IO mi stavo affezionando troppo e noi due non saremmo mai e poi mai stati insieme.
Va avanti così da più di un mese.
La settimana scorsa, il sabato sera, ha mandato il suo migliore amico (il Cinico, di cui parlerò nel prossimo post) a prendermi a casa per festeggiare - io e il Cinico, sia chiaro - il nostro terzo mesiversario.
Siete confusi e non avete capito nulla? Ecco, neanch'io. Se qualcuno trova un chiave per decifrare la situazione, me la spieghi, per favore.
Nel frattempo, mi limito a ribadire:
Non che sia particolarmente bello, anche se non posso negare che è carino. Se volete farvene un'idea, posso dirvi che sembra in tutto e per tutto John Travolta da giovane, anche come modo di vestire. Mia madre la prima volta che lo vide mi disse "Carino il tuo amico. Sembra uscito da Febbre di sabato sera".
Beh, come darle torto.
Ad ogni modo, vi dicevo, è lui che ha dato origine al loro nome, qualche mese fa, quando durante una conversazione mi disse che dovevo ritenermi fortunata ad essere stata notata da un uomo figo e ninfomane (eh?) come lui.
Devo ancora finire di ridere per quella frase e credo che riassuma benissimo la sua persona.
Ama le donne. Non tutte le donne, per la precisione, solo quelle alte, bionde e con un fisico da modella (motivo per cui devo ancora capire cosa ci trovi in me, che sono l'esatto opposto). Le ama talmente tanto da volerne una diversa ogni sera.
Con altrettanta passione ama pure i gatti, che io invece detesto. Un giorno, mentre stava iniziando uno dei suoi interminabili discorsi sulla superiorità della razza felina gli dissi che mi dispiaceva deluderlo, ma che a me proprio non piacciono. Lui si limitò a soffiare come un gatto e a dirmi "Diffido sempre di chi non ama i gatti. Tutti li amano", prima di proseguire il discorso da dove l'aveva interrotto.
La cosa veramente sconcertante di lui, ad ogni modo, è il suo rapporto con me. Come dicevo prima, io non rientro affatto nei suoi canoni di bellezza (e scopabilità), per cui si è creata un'amicizia serenissima, senza turbe sessuali... O almeno, era così. Poi, di punto in bianco, gli è partito l'ormone.
Abbiamo iniziato a frequentarci in maniera blanda e a me non dispiaceva poi così tanto, perché nonostante la sua apparente superficialità è una persona gradevole con cui parlare (e non solo).
Poi un giorno ha iniziato a dirmi che non aveva più frequentato nessun'altra da quando aveva iniziato a uscire con me e devo ammettere che la cosa mi ha un po' sconvolta perché, come scoprirete presto, la monogamia non rientra tra le mie qualità.
Il giorno seguente mi ha telefonato per dirmi che gli stavo troppo addosso e che preferiva non vedermi più (What the fuck?!).
Il giorno dopo ancora mi ha invitata a casa sua e mi ha pregato di uscire solo con lui.
Quello successivo mi ha piantato una scenata perché avevo inviato dei bacetti su facebook ai miei amici.
La settimana seguente ha deciso che dovevamo smettere di vederci perché IO mi stavo affezionando troppo e noi due non saremmo mai e poi mai stati insieme.
Va avanti così da più di un mese.
La settimana scorsa, il sabato sera, ha mandato il suo migliore amico (il Cinico, di cui parlerò nel prossimo post) a prendermi a casa per festeggiare - io e il Cinico, sia chiaro - il nostro terzo mesiversario.
Siete confusi e non avete capito nulla? Ecco, neanch'io. Se qualcuno trova un chiave per decifrare la situazione, me la spieghi, per favore.
Nel frattempo, mi limito a ribadire:
WHAT THE FUCK?!
domenica 15 gennaio 2012
Friends forever: I Fighi
Io con le donne proprio non mi ci trovo.
I miei amici ritengono che io sia un uomo mancato, in realtà.
Non so se sia vero, ma so per certo che, in qualche modo, le mie amicizie sono per un buon 90% maschili.
Questa situazione mi si addice proprio. Loro mi vogliono bene, hanno delle tendenze iper-protettive da fratellone maggiore e scoraggiano i tipi molesti che ci provano nelle discoteche. Mentre io in cambio do loro consigli sulle rispettive fidanzate, sostegno psicologico (ammettiamolo, voi uomini non siete bravi in queste cose) e preparo deliziosi dolcetti... O almeno ci provo.
I problemi arrivano quando:
I miei amici ritengono che io sia un uomo mancato, in realtà.
Non so se sia vero, ma so per certo che, in qualche modo, le mie amicizie sono per un buon 90% maschili.
Questa situazione mi si addice proprio. Loro mi vogliono bene, hanno delle tendenze iper-protettive da fratellone maggiore e scoraggiano i tipi molesti che ci provano nelle discoteche. Mentre io in cambio do loro consigli sulle rispettive fidanzate, sostegno psicologico (ammettiamolo, voi uomini non siete bravi in queste cose) e preparo deliziosi dolcetti... O almeno ci provo.
I problemi arrivano quando:
- Andiamo a una festa tutti insieme e a metà serata si dileguano ciascuno con una ragazza diversa... Dimenticandosi della mia esistenza, per cui mi vedo costretta a rimorchiare a mia volta uno che passava di lì per caso al solo scopo di scroccargli un passaggio per tornare a casa.
- Si ricordano eccome della mia esistenza... Per cui cercano di vendermi a un imprenditore milanese appena conosciuto in cambio di alcol.
- Mi telefonano, prima di uscire dicendo che sono terribilmente dispiaciuti, ma se escono con una ragazza è più difficile rimorchiare perché le altre donne credono che io sia la loro fidanzata (di tutti loro insieme, sì).
E' per questo motivo che ho deciso che i miei amici, "I Fighi", non mi bastano più e che occorre ampliare le mie frequentazioni...
Con risultati ancora da verificare.
sabato 14 gennaio 2012
Il perché
Io ho un problema. Un grosso problema.
Non riesco a stare a casa.
Ho un bisogno viscerale di vita sociale. Restare a casa mi deprime, mi angoscia, mi snerva, mi scazzata, mi infastidisce, mi... Oh, avete capito insomma!
Perciò ogni sera mi ritrovo a supplicare su facebook di uscire con me persone che non vedo da 3 anni o con cui ho scambiato solo poche parole ad una riunione.
Chiunque va bene.
Una birra. Un caffè. Una serata in discoteca. Un concerto. Una conferenza sulla relazione tra gli asparagi e l'immortalità dell'anima. E' del tutto indifferente. L'importante è uscire, vedere gente, entrare in contatto con il mondo. Non fermarsi mai. Non restare mai da sola.
E' da lì che scaturisce questo blog, perché - ahimè - tutta questa gente nuova che entra ed esce dalla mia vita in modo caotico è fonte di situazioni intriganti, passionali, ambigue, imbarazzanti... Ce n'è per tutti i gusti.
E qui ve le voglio presentare, se non proprio tutte, almeno le più divertenti.
Non riesco a stare a casa.
Ho un bisogno viscerale di vita sociale. Restare a casa mi deprime, mi angoscia, mi snerva, mi scazzata, mi infastidisce, mi... Oh, avete capito insomma!
Perciò ogni sera mi ritrovo a supplicare su facebook di uscire con me persone che non vedo da 3 anni o con cui ho scambiato solo poche parole ad una riunione.
Chiunque va bene.
Una birra. Un caffè. Una serata in discoteca. Un concerto. Una conferenza sulla relazione tra gli asparagi e l'immortalità dell'anima. E' del tutto indifferente. L'importante è uscire, vedere gente, entrare in contatto con il mondo. Non fermarsi mai. Non restare mai da sola.
E' da lì che scaturisce questo blog, perché - ahimè - tutta questa gente nuova che entra ed esce dalla mia vita in modo caotico è fonte di situazioni intriganti, passionali, ambigue, imbarazzanti... Ce n'è per tutti i gusti.
E qui ve le voglio presentare, se non proprio tutte, almeno le più divertenti.
Iscriviti a:
Post (Atom)