mercoledì 25 gennaio 2012

La regola dell'amico

Pubblicato da Psy alle 15:43
Usciamo io e il Cinico da soli.
Entriamo in un locale affollato e ci tuffiamo subito in mezzo alla pista con un bicchiere in mano.
Mi chiedo che aspetto avessimo, visti da fuori, perché un gruppo di uomini allupati mi circonda, offrendomi vari cocktail colorati che profumano di fragola; mentre una biondina lo tira per la cravatta e cerca di sedurlo. Ce ne infischiamo altamente di ogni tentativo di corruzione esterno e torniamo a volteggiare insieme a ritmo di danza kuduro (come siamo dèmodè).

Molte canzoni e qualche drink più tardi, usciamo dal locale abbracciati e facciamo ritorno alla macchina.
Mi chiede di trovare un posto appartato dove poter parlare perché ha delle cose da dirmi e, senza aspettare la mia risposta, monta in macchina, avvia il motore e punta dritto verso le campagne (avete presenti le campagne del Trentino? Sono un intricato labirinto di vigneti, che consente ai giovani da generazioni la possibilità di appartarsi con un minimo rischio di essere scoperti).

Spegne la macchina in un punto talmente nascosto che a me le sue intenzioni sembrano più che evidenti, per cui cerco di assumere (a fatica, date le dimensioni ridotte della macchina) una posa da femme fatale e di fare uno sguardo ammaliante, anche se nel buio della notte non so quanto riesca ad apprezzare i miei sforzi. Attacca a parlare di una conversazione rimasta in sospeso qualche giorno prima, poi di temi di grande spessore culturale e infine anche di gossip cittadino.
Io inizio a spazientirmi. Controllo l'orologio. E' già passata più di un'ora da quando siamo arrivati in quel posto. Non ne posso più e decido di passare all'azione.

Senza preavviso, gli salto addosso.
La sua prima reazione è stata di vago stupore, poi si è rilassato e si è lasciato coinvolgere.

Dopo una decina di minuti mi ha allontanato da sé. Ero confusa, non capivo cosa intendesse fare... Finché non è scoppiato a ridere.
Il mio orgoglio ne ha sofferto moltissimo (soffre tuttora).

Accortosi del mio stato d'animo mi ha chiesto scusa dicendo:
Mi dispiace, stella, ma proprio non ce la faccio. Siamo troppo amici, mi sembra di baciare mia sorella!

... Mi sembra quasi di vederlo, Max Pezzali, stravaccato sul sedile posteriore. Ce la vedo, la sua faccia sghignazzante, mentre inizia a cantare...


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Pur pensando che sia una persona corretta, io mi sarei lasciato coinvolgere.
Magari, aveva anche un suo perché^^

Psy on 25 gennaio 2012 alle ore 20:07 ha detto...

Me lo auguro proprio, altrimenti sul serio mi vengono le crisi di autostima =(

Anonimo ha detto...

Chi ha il pane non ha i denti...

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