mercoledì 20 novembre 2013

L'età (non) conta

Pubblicato da Psy alle 00:19 0 commenti
E' vero che l'età non conta, ma bisogna pur ammettere che spesso si hanno più cose da condividere con i propri coetanei. Si vivono esperienze simili, si hanno ricordi simili, si frequentano luoghi simili e magari anche le stesse persone, per cui è facile trovare argomenti di conversazione e punti di intesa.
Il problema, però, è che le persone della propria età si incontrano sempre in luoghi che per loro stessa natura favoriscono questo genere di conoscenza. Ovviamente, il luogo per eccellenza è la scuola o l'università. In questo ambito è facile - se non scontato - entrare in contatto con persone con cui si condividono molte cose, oltre alla data di nascita. Così tra una lezione e l'altra iniziano le conversazioni, che portano a frasi del tipo "Stasera esco con degli amici, andiamo in quel posto pieno di altre persone con interessi e dati anagrafici simili ai nostri che potrebbero poi portarti in altri posti con altre persone e via dicendo". Ok, forse non proprio così, ma credo che il concetto sia chiaro.
Ora, la domanda è: che succede quando invece resti fuori da questo circolo virtuoso di conoscenze casuali per un periodo di tempo relativamente lungo, diciamo cinque o sei anni?

E così, eccomi qua. Mi sono lanciata nell'impresa di una nuova carriera universitaria in una città in cui non conoscevo pressoché nessuno con l'assoluta convinzione che, data la mia natura socievole, non avrei faticato ad inserirmi, ma, dopo un anno abbondante, non sta andando proprio come me l'aspettavo. Avevo dimenticato di considerare che in questi cinque o sei anni di ritiro spirituale sono cambiate giusto un paio di generazioni, per cui i miei compagni di classe sono grosso modo tutti del '93. Ora, non voglio dire che il '93 sia stato un brutto anno, sono successe tante cose belle... E' nato mio fratello, ad esempio. Ma, purtroppo ho realizzato di non avere molto in comune con questa generazione. I film che ho visto, le canzoni che fanno parte della mia vita e che credevo sinceramente che fossero quasi un valore assoluto, un bene dell'umanità, loro non sanno nemmeno che cosa siano. E' triste.

Perciò, esclusi i compagni di corso con cui ci sono delle palesi difficoltà di approccio, è iniziata la mia ricerca della generazione perduta: la mia. Dove sono finiti i miei coetanei? Ho cercato nei posti più ovvi, dove mi ricordavo di averli lasciati quando mi sono ritirata dalle scene mondane un annetto fa. Ho girato per discoteche, pub, locali di dubbia reputazione, ma niente da fare. Anzi! Ho scoperto che nemmeno i ragazzi del '93 frequentano più tali posti, ma sono divenuti luogo di ritrovo per fanciulli a cui dovrebbe essere vietato non solo il consumo di alcol, ma anche la possibilità di uscire di casa dopo le dieci di sera.

Insomma, qualcuno mi dica dove vi siete nascosti o a breve i miei post saranno un tripudio di k e di x e i congiuntivi diverranno solo un ricordo remoto xkè io poxxo xD xD. Oh, no! La trasformazione è già iniziata...





Qualcuno mi salvi!


martedì 12 novembre 2013

Il moroso

Pubblicato da Psy alle 01:20 0 commenti
In questo periodo ho estremamente voglia di innamorarmi. Mi manca. E, in fondo, che ci vuole?



  • Un uomo (o una donna),
    preferibilmente non troppo brutto, non troppo stupido, non troppo noioso, non troppo perfettino, non troppo... immaginario.

    Livello di difficoltà: Würstel al formaggio.

    Dopotutto, basta uscire per le strade e si incontrano migliaia di persone, no? E tutti quei locali che pululano di giovani in cerca di fi... gure femminili con cui approcciarsi. Per non parlare poi dei classici posti come lavoro, università, ecc.



  • Il giusto approccio.

    Livello di difficoltà: Pasta alle melanzane.

    Ok, ammettiamolo, quest'operazione non è proprio semplicissima perché le possibilità di sbagliare sono tante. Si rischia di passare da svergognate a santarelline, da noiose a saccenti a seccanti. Senza contare, naturalmente, l'intervento di agenti esterni. Eppure anche su questo punto sono convinta di avere buone probabilità di riuscita.





  • Attrazione reciproca

    Livello di difficoltà: Maionese fatta in casa.

     E qui, signore e signori, casca l'asino, perché le opzioni sono due: o loro non piacciono a me... Oppure loro non piacciono a me (perché io piaccio a tutti, si sa).




    Conclusione: Questa lezione, com'è evidente, ci insegna come nel dubbio sia meglio affogare il dispiacere nel cibo.


  • A meno che, come me, non siate a dieta anche voi, nel qual caso potete scrivere post senza un minimo di senso nel vostro blog per cercare di non pensare al fatto che è l'una di notte e morite dalla voglia di würstel al formaggio e maionese fatta in casa.

    lunedì 4 novembre 2013

    Halloween

    Pubblicato da Psy alle 02:40 0 commenti
    Il bello delle feste in maschera è la possibilità di essere chiunque e io, per un piccolissimo istante, scelgo di nuovo di essere una parte di te, mentre mi passi vicino senza vedermi.
    Ti seguo, ma la mia presenza sembra appartenere ad un'altra dimensione, invisibile ai tuoi occhi.
    Mi fermo a un centimetro dalla tua pelle e immagino di poter tornare indietro, spazzare via gli ultimi due anni, cancellare ogni brutto ricordo e ricominciare da capo. La mia mano si alza e per un secondo la tentazione di sfiorarti diventa insostenibile.
    Poi, all'improvviso, ti giri e l'incantesimo si spezza.
    Scappo tra la folla e torno a nascondere la tristezza dietro alla mia maschera quotidiana.

    Se non altro, la maschera di oggi si intona con il mio stato d'animo.
     

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