Ho sempre avuto fame di nuove esperienze. Un desiderio inarrestabile di spingermi oltre ogni limite.
Ho fatto cose indicibili.
Mi sono mangiata l'ultima pizzetta rimasta sul vassoio, senza provare traccia di vergogna.
Ho comprato (e addirittura indossato) degli scaldamuscoli fluo ricoperti di pelo.
Ho ascoltato Gigi d'Alessio che canta Como suena el corazón (che se in italiano può risultare non proprio gradevole, in spagnolo tende decisamente all'orrido), dall'inizio alla fine, più di una volta.
E queste sono solo quelle adatte al mio ampio e variegato pubblico di lettori (sono certa che molti non ce la farebbero, sapendo che una volta ho mangiato la pizza con le patatine... con sopra ketchup e maionese. E mi è piaciuta. Tantissimo). La trasgressione vibra in ogni singola cellula del mio essere. Sono persino sei anni che viaggio sui treni senza biglietto.
Eppure,
Non riesco ad attraversare col rosso.
lunedì 30 dicembre 2013
sabato 28 dicembre 2013
E' venerdì sera, e non c'è niente da fare
Queste sono le mie serate preferite. Quelle in cui la domanda ricorrente è "Cosa facciamo a capodanno?", ma non riusciamo mai a darci una risposta perché "A proposito, ti ho detto che...". Quelle in cui il tempo passa troppo in fretta e abbiamo troppe cose di cui parlare e devi già andare a prendere il treno, "così presto?". Quelle in cui il risotto è troppo al dente e più che bagnato con del vino sembra che ci abbia fatto pure la doccia. Quelle in cui la protagonista del film sembra me, perché ha le tette e non ha paura di usarle, e la cantante di quella canzone sembra te, perché nessun altro potrebbe indossare vestiti così strani. Quelle in cui ti propongo di cucinare al tuo matrimonio e tu immagini scene apocalittiche, con lo sposo in fuga e il ristorante in fiamme. Quelle in cui ogni frase, ogni gesto, ogni atteggiamento e, soprattutto, ogni fotografia potrebbero diventare un'arma perché "vedrai alla tua laurea". Quelle in cui prendo appunti mentalmente per i tuoi regali di Natale, compleanno, battesimo, Channukah e qualunque altra ricorrenza possibile perché sei la mia migliore amica e voglio regalarti qualcosa di speciale. Quelle in cui "Cosa facciamo a capodanno?" e poi, chissà perché, ti racconto dei viaggi che intendo fare quest'estate, come se fosse una risposta perfettamente coerente a questa domanda. Quelle in cui ancora parli e ancora parli, ma bisogna correre al treno... "Di già?". Quelle in cui non serve fare qualcosa e chi se ne frega di capodanno, tanto... è bello anche così.
domenica 1 dicembre 2013
Il gioco
Ci sono quattro porte: una bianca, una azzurra, una nera e una rossa.
La prima porta ad attrarre la mia attenzione è quella azzurra. Il suo aspetto mi trasmette sicurezza e fiducia.
Appoggio la mano sulla maniglia e la apro senza esitazioni. Dietro di essa scopro un cielo azzurro che si stende all'infinito, costellato da nuvole candide che sembrano disegnate per conciliare il sonno e offrire un rifugio sicuro.
Allungo un piede in avanti, senza timore. Volo. La sensazione è meravigliosa, ma anche se vorrei restare lì per sempre decido di ritornare indietro per sbirciare i tesori nascosti dietro le altre porte.
Esco, ma la porta alle mi spalle resta aperta.
Esco, ma la porta alle mi spalle resta aperta.
Mi avvicino quindi alla porta bianca e tento di aprirla, ma non cede ai miei sforzi. Provo ripetutamente finché ci riesco. Guardo al suo interno, ma non vedo nulla. Solo il vuoto e ne resto delusa. Richiudo la porta a malincuore e faccio un passo indietro, guardandola.
Passo a quella rossa. Dietro di essa trovo un buio cupo che mi avvolge, rischiarato solo dalle fiamme che riesco a intravedere svariati meglio al di sotto della porta, in un inferno per il quale non provo altro che l'insensato desiderio di buttarmi, con una carica di adrenalina, e lasciarmi travolgere dal fuoco.
Nonostante questo irrefrenabile impulso, resisto e non mi butto. La chiudo, spostando la mia attenzione verso la porta nera.
Noto che, a differenza delle altre, essa non è ancora a terra, ma sospesa nel vuoto e circondata solo dall'oscurità. Mi avvicino con apprensione e la apro lentamente. All'inizio fatico a distinguere le figure, poi noto che si tratta di una stanza nera, al cento della quale si stende un voluttuoso divano rosso di pelle, che parla di peccati capitali ai quali normalmente non saprei resistere. Sopra il divano, una bionda dallo sguardo languido e invitanti labbra color ciliegia si protende verso di me, permettendomi di accarezzare con lo sguardo il seno prosperoso scarsamente coperto dai pochi stracci di tessuto trasparente che la avvolgono.
Nonostante l'indiscutibile fascino di questa stanza, non provo altro che assoluta indifferenza. E anche se una parte di me vorrebbe entrare, chiudo la porta e me ne vado.
La richiudo. A chiave. Butto via la chiave, lontana da me. Mi allontano... E so che non tornerò più indietro.
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Amore
mercoledì 20 novembre 2013
L'età (non) conta
E' vero che l'età non conta, ma bisogna pur ammettere che spesso si hanno più cose da condividere con i propri coetanei. Si vivono esperienze simili, si hanno ricordi simili, si frequentano luoghi simili e magari anche le stesse persone, per cui è facile trovare argomenti di conversazione e punti di intesa.
Il problema, però, è che le persone della propria età si incontrano sempre in luoghi che per loro stessa natura favoriscono questo genere di conoscenza. Ovviamente, il luogo per eccellenza è la scuola o l'università. In questo ambito è facile - se non scontato - entrare in contatto con persone con cui si condividono molte cose, oltre alla data di nascita. Così tra una lezione e l'altra iniziano le conversazioni, che portano a frasi del tipo "Stasera esco con degli amici, andiamo in quel posto pieno di altre persone con interessi e dati anagrafici simili ai nostri che potrebbero poi portarti in altri posti con altre persone e via dicendo". Ok, forse non proprio così, ma credo che il concetto sia chiaro.
Ora, la domanda è: che succede quando invece resti fuori da questo circolo virtuoso di conoscenze casuali per un periodo di tempo relativamente lungo, diciamo cinque o sei anni?
E così, eccomi qua. Mi sono lanciata nell'impresa di una nuova carriera universitaria in una città in cui non conoscevo pressoché nessuno con l'assoluta convinzione che, data la mia natura socievole, non avrei faticato ad inserirmi, ma, dopo un anno abbondante, non sta andando proprio come me l'aspettavo. Avevo dimenticato di considerare che in questi cinque o sei anni di ritiro spirituale sono cambiate giusto un paio di generazioni, per cui i miei compagni di classe sono grosso modo tutti del '93. Ora, non voglio dire che il '93 sia stato un brutto anno, sono successe tante cose belle... E' nato mio fratello, ad esempio. Ma, purtroppo ho realizzato di non avere molto in comune con questa generazione. I film che ho visto, le canzoni che fanno parte della mia vita e che credevo sinceramente che fossero quasi un valore assoluto, un bene dell'umanità, loro non sanno nemmeno che cosa siano. E' triste.
Perciò, esclusi i compagni di corso con cui ci sono delle palesi difficoltà di approccio, è iniziata la mia ricerca della generazione perduta: la mia. Dove sono finiti i miei coetanei? Ho cercato nei posti più ovvi, dove mi ricordavo di averli lasciati quando mi sono ritirata dalle scene mondane un annetto fa. Ho girato per discoteche, pub, locali di dubbia reputazione, ma niente da fare. Anzi! Ho scoperto che nemmeno i ragazzi del '93 frequentano più tali posti, ma sono divenuti luogo di ritrovo per fanciulli a cui dovrebbe essere vietato non solo il consumo di alcol, ma anche la possibilità di uscire di casa dopo le dieci di sera.
Insomma, qualcuno mi dica dove vi siete nascosti o a breve i miei post saranno un tripudio di k e di x e i congiuntivi diverranno solo un ricordo remoto xkè io poxxo xD xD. Oh, no! La trasformazione è già iniziata...
Il problema, però, è che le persone della propria età si incontrano sempre in luoghi che per loro stessa natura favoriscono questo genere di conoscenza. Ovviamente, il luogo per eccellenza è la scuola o l'università. In questo ambito è facile - se non scontato - entrare in contatto con persone con cui si condividono molte cose, oltre alla data di nascita. Così tra una lezione e l'altra iniziano le conversazioni, che portano a frasi del tipo "Stasera esco con degli amici, andiamo in quel posto pieno di altre persone con interessi e dati anagrafici simili ai nostri che potrebbero poi portarti in altri posti con altre persone e via dicendo". Ok, forse non proprio così, ma credo che il concetto sia chiaro.
Ora, la domanda è: che succede quando invece resti fuori da questo circolo virtuoso di conoscenze casuali per un periodo di tempo relativamente lungo, diciamo cinque o sei anni?
E così, eccomi qua. Mi sono lanciata nell'impresa di una nuova carriera universitaria in una città in cui non conoscevo pressoché nessuno con l'assoluta convinzione che, data la mia natura socievole, non avrei faticato ad inserirmi, ma, dopo un anno abbondante, non sta andando proprio come me l'aspettavo. Avevo dimenticato di considerare che in questi cinque o sei anni di ritiro spirituale sono cambiate giusto un paio di generazioni, per cui i miei compagni di classe sono grosso modo tutti del '93. Ora, non voglio dire che il '93 sia stato un brutto anno, sono successe tante cose belle... E' nato mio fratello, ad esempio. Ma, purtroppo ho realizzato di non avere molto in comune con questa generazione. I film che ho visto, le canzoni che fanno parte della mia vita e che credevo sinceramente che fossero quasi un valore assoluto, un bene dell'umanità, loro non sanno nemmeno che cosa siano. E' triste.
Perciò, esclusi i compagni di corso con cui ci sono delle palesi difficoltà di approccio, è iniziata la mia ricerca della generazione perduta: la mia. Dove sono finiti i miei coetanei? Ho cercato nei posti più ovvi, dove mi ricordavo di averli lasciati quando mi sono ritirata dalle scene mondane un annetto fa. Ho girato per discoteche, pub, locali di dubbia reputazione, ma niente da fare. Anzi! Ho scoperto che nemmeno i ragazzi del '93 frequentano più tali posti, ma sono divenuti luogo di ritrovo per fanciulli a cui dovrebbe essere vietato non solo il consumo di alcol, ma anche la possibilità di uscire di casa dopo le dieci di sera.
Insomma, qualcuno mi dica dove vi siete nascosti o a breve i miei post saranno un tripudio di k e di x e i congiuntivi diverranno solo un ricordo remoto xkè io poxxo xD xD. Oh, no! La trasformazione è già iniziata...
Qualcuno mi salvi!
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Dubbi,
I'm watching you,
Regole di vita,
Viva la noche
martedì 12 novembre 2013
Il moroso
In questo periodo ho estremamente voglia di innamorarmi. Mi manca. E, in fondo, che ci vuole?
Un uomo (o una donna),
preferibilmente non troppo brutto, non troppo stupido, non troppo noioso, non troppo perfettino, non troppo... immaginario.
Livello di difficoltà: Würstel al formaggio.
Dopotutto, basta uscire per le strade e si incontrano migliaia di persone, no? E tutti quei locali che pululano di giovani in cerca di fi... gure femminili con cui approcciarsi. Per non parlare poi dei classici posti come lavoro, università, ecc.
Il giusto approccio.
Livello di difficoltà: Pasta alle melanzane.
Ok, ammettiamolo, quest'operazione non è proprio semplicissima perché le possibilità di sbagliare sono tante. Si rischia di passare da svergognate a santarelline, da noiose a saccenti a seccanti. Senza contare, naturalmente, l'intervento di agenti esterni. Eppure anche su questo punto sono convinta di avere buone probabilità di riuscita.
Attrazione reciproca
Livello di difficoltà: Maionese fatta in casa.
E qui, signore e signori, casca l'asino, perché le opzioni sono due: o loro non piacciono a me... Oppure loro non piacciono a me (perché io piaccio a tutti, si sa).
Conclusione: Questa lezione, com'è evidente, ci insegna come nel dubbio sia meglio affogare il dispiacere nel cibo.
Livello di difficoltà: Würstel al formaggio.
Dopotutto, basta uscire per le strade e si incontrano migliaia di persone, no? E tutti quei locali che pululano di giovani in cerca di fi... gure femminili con cui approcciarsi. Per non parlare poi dei classici posti come lavoro, università, ecc.
Livello di difficoltà: Pasta alle melanzane.
Ok, ammettiamolo, quest'operazione non è proprio semplicissima perché le possibilità di sbagliare sono tante. Si rischia di passare da svergognate a santarelline, da noiose a saccenti a seccanti. Senza contare, naturalmente, l'intervento di agenti esterni. Eppure anche su questo punto sono convinta di avere buone probabilità di riuscita.
Livello di difficoltà: Maionese fatta in casa.
E qui, signore e signori, casca l'asino, perché le opzioni sono due: o loro non piacciono a me... Oppure loro non piacciono a me (perché io piaccio a tutti, si sa).
Conclusione: Questa lezione, com'è evidente, ci insegna come nel dubbio sia meglio affogare il dispiacere nel cibo.
A meno che, come me, non siate a dieta anche voi, nel qual caso potete scrivere post senza un minimo di senso nel vostro blog per cercare di non pensare al fatto che è l'una di notte e morite dalla voglia di würstel al formaggio e maionese fatta in casa.
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Appuntamenti,
Cibo,
Regole di vita
lunedì 4 novembre 2013
Halloween
Il bello delle feste in maschera è la possibilità di essere chiunque e io, per un piccolissimo istante, scelgo di nuovo di essere una parte di te, mentre mi passi vicino senza vedermi.
Ti seguo, ma la mia presenza sembra appartenere ad un'altra dimensione, invisibile ai tuoi occhi.
Mi fermo a un centimetro dalla tua pelle e immagino di poter tornare indietro, spazzare via gli ultimi due anni, cancellare ogni brutto ricordo e ricominciare da capo. La mia mano si alza e per un secondo la tentazione di sfiorarti diventa insostenibile.
Poi, all'improvviso, ti giri e l'incantesimo si spezza.
Scappo tra la folla e torno a nascondere la tristezza dietro alla mia maschera quotidiana.
Se non altro, la maschera di oggi si intona con il mio stato d'animo.
Ti seguo, ma la mia presenza sembra appartenere ad un'altra dimensione, invisibile ai tuoi occhi.
Mi fermo a un centimetro dalla tua pelle e immagino di poter tornare indietro, spazzare via gli ultimi due anni, cancellare ogni brutto ricordo e ricominciare da capo. La mia mano si alza e per un secondo la tentazione di sfiorarti diventa insostenibile.
Poi, all'improvviso, ti giri e l'incantesimo si spezza.
Scappo tra la folla e torno a nascondere la tristezza dietro alla mia maschera quotidiana.
Se non altro, la maschera di oggi si intona con il mio stato d'animo.
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L.
martedì 13 agosto 2013
Extreme Animal Rescue... Su RealTime? No! A casa mia
Giugno
Mio fratello passeggia per le tranquille stradine di PaesinoInMezzoAiMonti quando, improvvisamente, scorge una tartaruga che attraversa la strada. Si potrebbe trattare di una tartaruga ninja appena uscita dal tombino, così, per il bene dell'umanità, si tuffa in mezzo al traffico, prende in braccio Raffaello e lo mette in salvo... Nella mia camera da letto.
Ci mettiamo poco a scoprire che in realtà si tratta di una tartaruga d'acqua di sesso femminile. Dato che siamo diventate compagne di stanza, la adotto come mia figlia e la ribattezzo Lattughina Tortosa I, per gli amici Torty, in arte Tuga, ma comunemente nota come Tortuga.
Luglio
La graziosa fidanzatina di mio fratello passeggia per le tranquille stradine di PaesinoInMezzoAiMonti quando, improvvisamente, scorge un volatile ferito a bordo strada. Preoccupata per la sua incolumità, decide di tuffarsi eroicamente in mezzo al traffico e di portare il suo nuovo amichetto nella mia umile dimora.
Mia madre, rientrando a casa, stabilisce un tempo massimo per far sparire l'animale.
Dopo una veloce ricerca su Google veniamo a conoscenza dell'esistenza della Lega Italiana Protezione Volatili, di cui fino a quel giorno eravamo totalmente ignari. Nel giro di pochissimo, una squadra di salvataggio plana sulla mia umile dimora.
Agosto
L'amico della graziosa fidanzatina di mio fratello passeggia per le tranquille stradine di PaesinoInMezzoAiMonti quando, improvvisamente... Un T-rex.
Vi prego, per favore, i vostri animali portateli in vacanza con voi, affidateli alle cure di un amico, di un vicino di casa, di un cugino di terzo grado, da chiunque, ma NON abbandonateli in mezzo alle strade di PaesinoInMezzoAiMonti, altrimenti, ne sono certa, in qualche modo troveranno la strada per casa mia.
Risparmiatemi!
Mio fratello passeggia per le tranquille stradine di PaesinoInMezzoAiMonti quando, improvvisamente, scorge una tartaruga che attraversa la strada. Si potrebbe trattare di una tartaruga ninja appena uscita dal tombino, così, per il bene dell'umanità, si tuffa in mezzo al traffico, prende in braccio Raffaello e lo mette in salvo... Nella mia camera da letto.
Ci mettiamo poco a scoprire che in realtà si tratta di una tartaruga d'acqua di sesso femminile. Dato che siamo diventate compagne di stanza, la adotto come mia figlia e la ribattezzo Lattughina Tortosa I, per gli amici Torty, in arte Tuga, ma comunemente nota come Tortuga.
Luglio
La graziosa fidanzatina di mio fratello passeggia per le tranquille stradine di PaesinoInMezzoAiMonti quando, improvvisamente, scorge un volatile ferito a bordo strada. Preoccupata per la sua incolumità, decide di tuffarsi eroicamente in mezzo al traffico e di portare il suo nuovo amichetto nella mia umile dimora.
Mia madre, rientrando a casa, stabilisce un tempo massimo per far sparire l'animale.
Dopo una veloce ricerca su Google veniamo a conoscenza dell'esistenza della Lega Italiana Protezione Volatili, di cui fino a quel giorno eravamo totalmente ignari. Nel giro di pochissimo, una squadra di salvataggio plana sulla mia umile dimora.
Agosto
L'amico della graziosa fidanzatina di mio fratello passeggia per le tranquille stradine di PaesinoInMezzoAiMonti quando, improvvisamente... Un T-rex.
Vi prego, per favore, i vostri animali portateli in vacanza con voi, affidateli alle cure di un amico, di un vicino di casa, di un cugino di terzo grado, da chiunque, ma NON abbandonateli in mezzo alle strade di PaesinoInMezzoAiMonti, altrimenti, ne sono certa, in qualche modo troveranno la strada per casa mia.
Risparmiatemi!
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Casa dolce casa,
Famiglia
sabato 25 maggio 2013
Il buco
Come dicevo nel post precedente, al momento sono una creatura scarsamente mobile e con un'autonomia che sarebbe consona a un essere umano di età inferiore ai tre anni. La causa di tutto ciò non è, come pensano subito tutti, un incidente automobilistico, bensì una sventurata caduta in un buco. Sì, un buco. Ignoro il motivo per cui questa sconcertante verità susciti estrema ilarità nel prossimo che, invece di accertarsi sullo stato di salute delle mie povere vertebre, si diletta a immaginare come sia potuto accadere... A tal punto da vedermi costretta a fare una top tre di storie del buco.
3 Al terzo posto troviamo Cappuccetto Rosso!
Passeggiava un giorno tra gli alberi un'allegra fanciulla fischiettante, quando, all'improvviso, comparve un buco. La giovinetta, troppo intenta a raccogliere fiori (o, secondo altre versioni dei fatti, a cercare il circuire l'ingenuo lupo con sguardi ammiccanti e scollature vertiginose), non si avvide del pericolo e vi precipitò per svariati metri, per la gioia del licantropo che, si sa, è sposato e ha una famiglia a cui pensare, e non può certo permettersi di dilettarsi con simili scappatelle.
2 Naturalmente non poteva mancare una versione XXX degli eventi.
- Sembri la mia trisnonna quando cammini. Che cosa diamine ti è successo?
- Mi trovavo un giorno ad un concerto quando, inspiegabilmente, caddi in un buco che...
- In un buco?!
- Sì, un buco.
- Di chi?
1 Dal genio di Tim Burton, ecco a voi la storia che ha appassionato medici e infermieri del pronto soccorso, baristi e vecchi alcolizzati, ignari passanti e anziane signore alla fermata dell'autobus...
3 Al terzo posto troviamo Cappuccetto Rosso!
Passeggiava un giorno tra gli alberi un'allegra fanciulla fischiettante, quando, all'improvviso, comparve un buco. La giovinetta, troppo intenta a raccogliere fiori (o, secondo altre versioni dei fatti, a cercare il circuire l'ingenuo lupo con sguardi ammiccanti e scollature vertiginose), non si avvide del pericolo e vi precipitò per svariati metri, per la gioia del licantropo che, si sa, è sposato e ha una famiglia a cui pensare, e non può certo permettersi di dilettarsi con simili scappatelle.
2 Naturalmente non poteva mancare una versione XXX degli eventi.
- Sembri la mia trisnonna quando cammini. Che cosa diamine ti è successo?
- Mi trovavo un giorno ad un concerto quando, inspiegabilmente, caddi in un buco che...
- In un buco?!
- Sì, un buco.
- Di chi?
1 Dal genio di Tim Burton, ecco a voi la storia che ha appassionato medici e infermieri del pronto soccorso, baristi e vecchi alcolizzati, ignari passanti e anziane signore alla fermata dell'autobus...
Alice in Wonderland
(No, dico, volete davvero che ve la spieghi?)
sabato 4 maggio 2013
Diritto all'infelicità
Stare bene con qualcuno significa poter essere infelice senza paura e senza timore. Sono molte le persone con cui puoi stare bene, ma sono poche le persone con cui puoi concederti il lusso di essere infelice, di non sorridere per tutto, di piangere di tristezza o di rabbia, di urlare per il dolore, di dire che da 1 a 10 la tua sofferenza sta sfiorando il 15 e dirgli ti odio e sentirti rispondere con un bacio "ti voglio bene anch'io", senza alcuna ironia.
Non che sia il modo giusto di trattare qualcuno, ma con 2 vertebre rotte le mie capacità diplomatiche sono scese ai minimi storici e Lui è l'unica persona che voglio intorno, perché mi fa sentire a casa, perché mi sento serena, perché mi sento me stessa e, soprattutto, perché è l'unico con cui ogni tanto mi sento in diritto di non essere né forte né coraggiosa né simpatica... Ed è l'unico che mi sopporta anche così!
Non che sia il modo giusto di trattare qualcuno, ma con 2 vertebre rotte le mie capacità diplomatiche sono scese ai minimi storici e Lui è l'unica persona che voglio intorno, perché mi fa sentire a casa, perché mi sento serena, perché mi sento me stessa e, soprattutto, perché è l'unico con cui ogni tanto mi sento in diritto di non essere né forte né coraggiosa né simpatica... Ed è l'unico che mi sopporta anche così!
domenica 24 marzo 2013
A qualcuna piace stronzo... A me no!
È un noto luogo comune che alle donne piacciono gli stronzi, perché non riusciamo proprio a resistere al fascino dello stronzo, del bastardo che non ci vuole, che ci tratta male, che ci tiene sulla corda, che ci lascia in attesa del lieto fine. Perché prima o poi ci sarà il lieto fine. Deve esserci.
A me questo luogo comune non piace. Innanzitutto perché io non sono una donna, sono un maschio mancato. E, naturalmente, anche perché Lui è tutto fuor che stronzo.
Io non ho la sindrome della crocerossina, non lo voglio far passare al lato chiaro della Forza... Anche solo perché ho sentito dire che nel lato oscuro hanno i biscotti. Certo, da questo lato abbiamo l'indiscutibile vantaggio della TV in HD, ma la vita è fatta di scelte e ognuno fa la sua.
Scusate, sto divagando, torniamo ai biscotti. Ah, no, scusate, torniamo ai bad guys.
Lui non è uno di loro. È timido e impacciato. Arrossisce e balbetta davanti a una ragazza che gli parla, soprattutto se gli interessa. Sono queste le cose che mi piacciono di lui. Il suo lato un po' burbero, da orso bruno, e un po' tenero, da orsetto Bubu.
Ma è davvero così? O forse è un po' bastardo anche lui, che mi bacia con passione e poi mi dice "Non sono innamorato di te, ricordatelo". Forse un po' di cattiveria consapevole c'è, nel dire "Non tradirmi, non voglio che tu veda altre persone, ma non dimenticare che non stiamo insieme".
Bisogna essere un po' masochiste e un po' crocerossine per passare cinque anni ad aspettare qualcuno che dichiara pure apertamente che non si andrà mai oltre a questa relazione contorta, no?
Ragazze, ripigliamoci! Meglio lasciare che il lato oscuro della Forza, con tanto di biscotti, si gestisca in autonomia e dedicarci a guardare programmi TV in technicolor, noi che possiamo.
Metto giù la divisa da crocerossina e vado a guardare la ottantasettesima puntata di Glee.
Peace&love
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