Sono circondata da amici che non fanno che compatire la loro sventura in fatto di donne; snobbati continuamente da eteree fanciulle che ripetono senza sosta frasi come TiVedoSoloComeUnAmico, detto tutto d'un fiato con sguardo colmo d'imbarazzo.
Feriti nel profondo del loro alfissimo orgoglio maschile, corrono da me per lamentarsi delle loro disgrazie, affliggendomi con domande sui motivi per i quali nessuna ceda al loro fascino (cosa invero inspiegabile).
In pieno sconforto virile, abbondano i luoghi comuni sulle donne e frasi come SonoTutteUguali, NonSannoNeancheLoroQuelloCheVogliono, ChiLeCapisce, ecc, ecc.
Dopo anni di serate del genere, perennemente sommersa da maschi piagnistei, faccio notare, non senza un velo di pudore e timidezza, che, essendo dotata di organi genitali femminili, ho motivo di ritenere di essere anch'io quella cosa... Sì, ecco... Una donna.
Cala improvvisamente un silenzio imbarazzante.
Perdura il silenzio imbarazzante.
Corrono sguardi ulteriormente imbarazzati.
Infine, qualcuno scoppia a ridere.
lunedì 21 aprile 2014
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