Nell'ultimo mese, tuttavia, abbiamo raggiunto vette che non ritenevo possibili. Dai parenti gravemente malati, ai terremoti (circa 6 in un mese, di cui uno 7.9 scala Richter), ad allarmi tsunami con relativa evacuazione della città mentre mi trovavo sola in casa con una zia affetta da una grave lombalgia che le impediva di muoversi e cinque bambini piccoli a cui badare.
Credevo, a questo punto, di non poter subire ulteriori danni. Devo dire che mi ha stupita, facendomi entrare i ladri in casa.
Ho ribadito dicendo «Bene! Adesso, se non altro, non può andare peggio». Ho motivo di ritenere che l'abbia presa come una sfida. Subito dopo, infatti, mi sono ritrovata in pronto soccorso, in condizioni che non vorrei nemmeno ricordare.
Rassegnata, mi sono piegata al suo volere. Ed è stato allora che mi ha aperto gli occhi.
Mentre dall'alto dei cieli pioveva una delle famose piaghe d'Egitto, sotto forma di sciami di vespe che invadevano casa mia, ho capito di non essere sfortunata.
Temetemi, porto iella a tutto ciò che guardo.
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